Chirurgia e Medicina Estetica


Molto affascina il corpo umano. Tutti, anche senza rendercene conto, siamo interessati all'aspetto fisico. E questo è vero anche quando, conversando, assopiti dagli aspetti verbali della comunicazione, non ci sfugge nulla del linguaggio del corpo.

Oggi siamo lontani da quella cultura che proponeva il problema del danno estetico come momento di secondaria importanza, attribuibile alla frivolezza del paziente o alla colpevole incoscienza del chirurgo plastico. Come quando "l'arte" cominciava a proporsi di ricostruire o adattare esteticamente, anche immediatamente, un volto o una mammella tratta per l'exeresi di una neoplasia.

E' sempre meno vera la massima del "grande chirurgo, grande taglio", quando la chirurgia celio-arto-toracoscopica e la rilettura del prognostico oncologico post-chirurgico, ci autorizzano a perseguire soluzioni equilibrate e prudenti, nel rispetto della sofferenza psicosomatica del paziente. Paziente che oggi vive immerso in una cultura decisamente edonistica, peraltro non di non facile accettazione, ma obiettivamente di ragguardevole peso esistenziale.

Di fatto, oltre all'applicazione di tecniche ricostruttive e correttive originali e talora personali, nel lavoro del chirurgo che fa chirurgia plastica è importante sottolineare il profilo umano senza mai dimenticare che l'oggetto della speculazione scientifica resta sempre una persona che ha il diritto di vivere soddisfatto del suo profilo somatico.

Pertanto è fondamentale che il chirurgo plastico proponga con intelligente esperienza quei presidi teorici e pratici che attualmente consentono una chirurgia ricostruttiva e correttiva agile e socialmente utile. Chirurgia in passato già terreno per pochi esperti e per molte sterili zuffe tra pretese di competenze avanzate da parte di incompetenti.

E per concludere con Bloch: " Non credere ai miracoli, ma contaci ciecamente".